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Intervista rilasciata dall’Ambasciatore Cospito alla rivista “Vi”

Di seguito si pubblica l’articolo pubblicato sulla rivista “Vi”, riportante l’intervista all’Ambasciatore Mario Cospito. Segue traduzione in italiano.

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“La vita deve trascorrere più tranquillamente”

L’Ambasciatore d’Italia apprezza quasi tutto del nuovo paese in cui risiede, ma quando deve parlare di calcio gli piange il cuore.

L’Ambasciata d’Italia è un palazzo che spicca sulle acque fuori Skansen. Qua ci sono 40 stanze tra le quali un salone da ballo. L’Ambasciatore Mario Cospito è nuovo in residenza e chiede scusa per il disordine ma ieri hanno avuto una festa con 120 invitati.

Pare che viviate la bella vita, proprio come noi svedesi ci immaginiamo che gli italiani facciano.

-No, no. Credo che il mondo abbia un’idea antiquata su di noi. Noi lavoriamo senza sosta. A Roma molti lavorano fino alle nove, dieci di sera. Il motivo per cui il nostro debito pubblico è alto sta nel fatto che paghiamo pensioni, sistema sanitario ed educazione. Siamo tutt’altro che pigri.

Io pensavo più alla vostra rinomata cucina e al vostro enorme patrimonio culturale, siete famosi in tutto il mondo per questo.

-Si, esatto e inoltre culturalmente parlando abbiamo un legame forte con la Svezia. Fin dai tempi della regina Kristina, una figura molto importante per la storia di Roma. Per non parlare della villa a Capri di Axel Munthe, o del regista Ingmar Bergman. Regista molto influenzato dal Neorealismo italiano e amico vicino di Federico Fellini.

Lei prima ha lavorato molto su questioni di integrazione europea, come vede il lavoro della Svezia in questo ambito?

-La Svezia è stata di ottimo aiuto per l’Italia su questa questione. E non posso fare altro che ringraziare per il generoso aiuto. Tutti questi sfortunati profughi arrivano sulle nostre coste, ma La Svezia ha sempre adempito ai suoi doveri e si è sempre curata di una parte di loro. Per quanto riguarda l’UE, la collaborazione tra i nostri due Paesi è forte e mi impegno a migliorare questa cooperazione ancora di più.

Per quale motivo si è ritrovato in Svezia?

-Sono stato io a chiedere di venire qua. Sono sempre stato interessato al sistema welfare svedese. Quando studiavo all’Università di Pisa scrissi un saggio su Olof Palmes e i Socialdemocratici.

È rimasto sorpreso da qualche cosa?

-Le persone sono più felici di quanto mi aspettassi. Il motivo potrebbe consistere nel fatto che la Svezia è un paese molto civile,
dove la maggior parte delle cose funzionano. Ma penso anche che voi svedesi dovreste essere un po’ più flessibili, un po’ più italiani per
quanto riguarda la flessibilità. Qua la gente è come a Milano: tutti che corrono, pranzo in 45 minuti, dopo in palestra, la sera al cinema e poi a teatro. La vita deve trascorrere più tranquillamente. Dovreste imparare a godervi di più l’ambiente che vi circonda.

C’è qualcosa che secondo lei non funziona?

-Ho preso il treno per Malmö settimana scorsa. È rimasto per tre ore fermo sui binari e non è mai arrivato alcun avviso in inglese. Non
capisco il motivo? Voi svedesi siete cosi bravi con l’inglese. Ma parlando poi con i passeggeri ho scoperto che gli svedesi in situazioni di stress preferiscono parlare nella loro lingua.

L’Italia è uscita dai mondiali contro la Svezia durante le qualificazioni…

-Non voglio parlare di calcio! Ero a Solna allo stadio, e già prima del fischio d’inizio avevo detto: State attenti agli svedesi— Sono forti! Oh… ahia.

Quindi per chi tiferà quest’estate?

-Probabilmente per il Brasile. O forse Argentina. La maggior parte di loro hanno origine italiane.

 

Nome: Mario Cospito Occupazione: Ambasciatore d’Italia in Svezia Età: 58 anni Curiosità: Dice di avere difficoltà quando in Svezia non accettano contanti e a volte dimentica la carta di credito.