La gestione della crisi più moderna al mondo
Un ego smisurato non aiuta a combattere la crisi del coronavirus
di Jacob Sidenvall
Ancora una volta l’Ambasciatore italiano si è sentito in dovere di intervenire in merito alla descrizione di Anders Tegnell (Agenzia di salute pubblica) della diffusione del coronavirus nel mondo.
È stato durante un’intervista radiofonica che Tegnell ha dichiarato “Avrei creduto che una società moderna e ricca come la Svezia sarebbe stata in grado di proteggere i propri anziani. Non doveva verificarsi quello che è successo in Cina o addirittura in Italia, dove si hanno meno risorse per questo tipo di cose”. La dichiarazione non è mancata di essere catturata dal radar dell’Ambasciatore. La prima volta fu a marzo quando la rapida diffusione nella zona di Bergamo causò il temporaneo sovraccarico del sistema sanitario.
L’Ambasciatore Cospito taglia corto nel suo comunicato ed esclude che l’Italia abbia risorse carenti e venga esclusa dalla schiera di Paesi moderni e ricchi, come sembra invece voler fare Tegnell. Gli italiani sono più longevi degli svedesi e l’accesso alle terapie intensive è marcatamente migliore, per migliaio di abitanti.
Ma il punto principale è ovviamente l’affronto che il rappresentante della strategia svedese fa nel dimostrare così poca pietà, soprattutto quando le tribolazioni italiane ci dettero tutto il tempo per prepararci al peggio.
Dovremmo interessarci proprio a questa preparazione. Le dichiarazioni per niente diplomatiche di Tegnell risvegliano l’astio anche entro i confini svedesi. Ricordano infatti un fastidioso angolo morto che ripetutamente ha comportato cattive decisioni da parte dei politici e dei potenti. L’angolo morto che indica la Svezia come Paese più moderno al mondo, la fallace convinzione che fa sovrastimare qualche aspetto della società o investire troppo in soluzioni non comprovate.
La scuola ne è un esempio, quante volte si è sentito che dev’essere all’avanguardia? Riguardo all’avanzamento tecnologico, i metodi di insegnamento e la conformazione delle classi, troppo spesso interventi non ponderati. Basti pensare a come invece è stata per capire che gli interventi servono per renderla migliore per i nostri ragazzi.
Quello che preoccupa maggiormente riguardo ai riferimenti di Tegnell all’Italia però non è solo il loro provincialismo ma che la convinzione che la Svezia sia il Paese più moderno al mondo si rifletta anche sulla gestione della crisi svedese. Non mancano i segnali per sospettare che si sia sopravvalutata la nostra capacità anche in questo.
In questi giorni, il radiogiornale della SR ha riferito che il governo ad inizio crisi si reputava ben preparato a gestire la situazione senza aver però appurato quanti DPI erano a disposizione dei comuni.
L’idea di essere il Paese più moderno al mondo non ci ha aiutato e non lo farà. È una forma di patriottismo che porta alla paralisi e all’autocompiacimento invece che allo spirito di collaborazione. Apprezziamo molto che l’Ambasciatore italiano ci aiuti a rimodulare l’immagine di noi stessi.
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